sexta-feira, março 16, 2007

Ecos de Verona









Orizzonti Musicali. Il recital della portoghese coinvolge il pubblico del Camploy
Joana Amendoeira, quando il fado gentile si fa canto levigato
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Di gran classe e misurata raffinatezza il recital della bella Joana Amendoeira , giovanni, non ha ancora 25 anni, ma già acclamata «regina» del fado de Lisbona (lei è nata a Santarém, non lontano dalla capitale lusitana, e ci spiega che il suo fado è differente da quello di Coimbra, legato alla vocazione universitaria di quella città e formalmente vicino alla ballata), che ha scelto di interpretare nella maniera tradizionale, pur comprendendo, nei suoi dischi nonché nel concerto tenuto al Camploy, anche brani scritti da autori contemporanei.
«Dal punto di visti del contenuti testuali- ci dice ancora la Amendoeira, che sul palco e fuori si esprime con particolare, gentile dolcezza- il repertorio fadista continua ad ampliarsi e rinnovarsi, perché è semplicemente l'espressione della nostra anima nella quotidianità della vita, e quindi abbraccia temi e stadi d'animo universali, che non cambiano nel tempo».
«Musicalmente, invece, collaboro con compositori legati alla tradizioni. Come José Fontes Rocha, per esempio, tuttora di incredibile creatività benché ottuagenario, che è stato chitarrista e compositore per Amalia Rodrigues e con cui ho avuto l'onore de cantare».
Di Fontes Rocha, al Camploy, Joana ha eseguito la classica «Plantei um cravo à Janela », delicato inno all'amore e alla primavera, affiancata dalla briosa, argentina sonorità della chitarra portoghese in mano a suo fratello, Pedro Amendoeira.
Complessivamente il recital ha evidenziato un approccio interpretativo levigato e misurato, leggero nel senso migliore del termine. Il canto della Amendoeira scorre con rotonda fluidità e naturalezza sui vari registri, spesso coinvolgendo il pubblico nella cantabilità- una comunicativa condivisione giocata su un sommesso, delicato arieggiare- di parecchi brani.
Non c'è forse, nell'aggraziata eleganza interpretativa di Joana, l'urgenza dello stordimento emotivo, di un canto interessato a provocare decisivi corti circuiti del cuore, quelli che fanno ribollire il sangue. IL suo è un fado gentile, che accarezza, anche quando raconta, sulle lirichi di Fernando Pessoa, di pensieri che soffiano forti come il vento.
Oltre a parecchie canzione incluse nella sua più recente raccolta, «À Flor da Pele» (tra i compositori anche gli ottimi Pedro Pinhal e Paulon Paz, rispettivamente chitarra classica e basso acustico del quarteto con cui incide e si esibisce), Joana ha eseguito come bis, per la gioia e su richiesta del pubblico, che le ha tributato calorosi applausi, classici del repertorio di Amalia come «Barco Negro», «Aquela Rua» e «Maria Lisboa».
Beppe Montresor

Publicado no jornal L'Arena no dia 12 de Março de 2007.

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